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29-03-2024
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Il costume di Scanno è servito a storici e storiografi per ricercare le antiche origini del popolo scannese. Il costume, indossato ormai dalle donne la cui età va dai 55 anni in su, si presenta così. Il copricapo è formato da un maccaturo, un panno di lana di vario colore a forma quadrata che piegato trasversalmente viene avvolto attorno al capo e tenuto da un nodo fato dietro il collo in modo da lasciar cadere due code sulle spalle.  Sotto questo maccaturo vi è un altro panno di colore bianco a forma triangolare che viene detto strapizzo, esso viene avvolto ed annodato attorno al capo in modo da assicurare stabilità alle trecce.
Le trecce sono formate dai lacci, cordoni che si avvolgono attorno ai capelli in precedenza divisi dal davanti fino all’occipite in due parti uguali.

La gonna che viene detta casacca, è generalmente di panno verde cupo tessuto in casa con fitte trije (pieghe) nel dietro e nei fianchi – liscia nel davanti – raccolte e congiunte da un pezzo di panno a foggia di toga senza maniche. Nel davanti del petto viene abbottonata con tre ganci di ottone detti grappe ed un quarto assicura la gonna a sinistra all’ altezza del fianco sinistro. Tutto attorno corre la pedera, una pedana di panno di color scarlatto alta 7-8 cm. Al lato destro è cucita una ampia tasca detta scarsella. Sopra la gonna viene indossata la mantera, un grosso grembiule di cotone di vario colore largo oltre due metri.
La mantera ha due aperture laterali dette carofacce che servono per poter mettere le mani sotto il grembiule. Il cappelitto è una specie di turbante che anche oggi viene indossato nei giorni festivi in sostituzione del maccaruto.

Il giubetto detto commodine è fatto con panno nero. Ha le maniche lunghe strettissime ai polsi, pieghettate e alle spalle larghissime a mo’ di calzoni alla zuava.E’ aderente alla vita ed è abbottonato in modo strano.
Il seno viene chiuso in due rigonfiamenti e tenuto in alto perché al di sotto vi è una fila di ganci.

Le nozze , che si celebravano a Scanno nei secoli scorsi, oggi sono dominio della tradizione salvo alcuni usi che, modificati, si ripetono ancora.
In questo paese dove gli uomini, in massima parte, portavano gli armenti a svernare in Puglia, i matrimoni si celebravano nei mesi estivi, permanenza dei pastori sui nostri monti.
Il giorno fissato i parenti dell’ uno e dell’ altro sposo si riunivano nelle rispettive case da dove muovevano alla volta della chiesa in due cortei.Dopo il rito religioso si componeva un unico catenaccio (corteo nuziale) per recarsi alla casa maritale.Quando il corteo giungeva a destinazione si faceva la sciarra: la madre dello sposo gettava dalla finestra della casa confetti, dolci, noci e monete. Terminata la festa, licenziandosi dalla sposa venivano offerti ad esa i regali nuziali: gioie o monete.
A notte fonda gli amici si radunavano sotto la finestra dei novelli sposi ed accompagnandosi con il violino intonavano alcune canzoni; era la classica serenata.

Scanno S.MartinoLa sera del 10 novembre, vigilia di San Martino, le stradine del paese si animano per la costruzione di tre grandi torri di legno. Sono le Glorie, monumentali pire di legno, alte sino a 20 metri, che vengono accese al tramonto in tre contrade. A Cardella, sul costone verso Passo Godi. A La Plaia, a valle verso il lago. A San Martino, davanti al paese nei pressi della grotta del Cavaliere. Tutto il paese si raccoglie nell'aia di Sant'Angelo per assistere a questo suggestivo rito.



scanno arte orafaL’arte orafa che fiorì in Scanno, ha origini molto antiche, esistono infatti residui di medaglione del XVI secolo, riproducenti da una parte il sol levante e dall’ altra le tre lettere dell’ ostia J.H.S. con i tre chiodi al di sotto, che avvalorano tale tesi.
Era tradizione che San Benedetto da Siena, durante la predicazione nella chiesa di Sa Rocco in Scanno, mostrasse due tavolette aventi le medesime riproduzioni delle medaglie. Si lavoravano porta profumi raffiguranti vasetti di fiori, cestini, sirene, tabacchiere finemente cesellate, ciondoli per bambini, in dialetto chiamati travaglie. Anche oggi è fiorente l’artigianato orafo.
Tale lavorazione si effettua con l’osso di seppia che serve da stampo e col bulino o incisore, specie di coltellino atto ad incidere e raffigurare. C’è anche la lavorazione che si effettua senza stampo ma con la modellazione a mano.

scanno arte orafaL’arte del tombolo: famosi e caratteristici sono i lavori di ricami al tombolo (merletti) o all'uncinetto (coperte e centri), che si tramandano di generazione in generazione, attraverso specifici corsi, organizzati da volontari che operano all’interno dell’asilo comunale gestito da suore.



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